Sono oramai passate quasi due settimane dal nostro ritorno in terra italica dopo la splendida permanenza tra i minareti, i metallari e i kebab a passo costo di Costantinopoli.
Urgeva resoconto, ma fino ad ora non avevo mai avuto lo sbattimento di mettermi davanti allo schermo per raccontare quello che si era provato all'estero, fino ad adesso.
Dunque, iniziamo con la partenza ovviamente: subito un duplice problema, Farneti (completamente sbronzo dopo la sua sontuosa festa di laurea) e le regole per il soggiorno in Turchia. Se per il primo, dopo una ubriachezza francamente molesta dimostrata durante il tragitto via belmeloro - via albini sulla lunga distanza non si sono presentati particolari problemi, il secondo (le regole) hanno fatto si che il nostro imbarco paresse problematico. Fortunatamente "party-boy" Giorgioni con abile mossa ha convinto chi di dovere della nostra buonafede (nonchè nel nostro credo nelle Tanzimat) fino a farci decollare senza problemi.
Volo condizionato da infinite turbolenze e dalla serata precedente passata tra coca&rhum e affini.
"Welcome To Asia", questo il cartello dinnanzi al ponte Ataturk (come si sarebbe potuto chiamare...) che separa i due rami del Bosforo. Condotti con sagacia e "prudenza" da un addetto dell'hotel presso l'hotel stesso, prendiamo contatto con il modus guidandi dei locali: sorpassi a destra, clacson e una buona dose di pelo sullo stomaco (vedi sorpasso in autostrada a destra di un camion con due ruote su marciapiede).
Primo contatto con la città: preghiera del venerdì su piazza adiacente Moschea Blu + Santa Sofia...da applausi. Tra un kebab e l'altro chi può si raccapezza, chi proprio non ci riesce si mangia un altro kebeb, chi ancora non ce la fa setta il figa-radar (party-boy docet).
Contatti anche con la movida locale: mille ristoranti dalle sembianze economiche (ma che alla seconda tornata si riveleranno salassanti) e mille localini infarciti di metallari locali con grande giubilo per lo scrivente e per il Bezzi e il Cappelli.
Mille ghigne si susseguono fin dalle prime battute con ruoli sostanzialmente definiti:
Farneti: l'uomo della videocamera (chi c'era in Albini alla proiezione sa a cosa mi riferisco) sempre pronto a cogliere i gemiti di un gabbiano in difficoltà
Giorgioni: suddetto party-boy, addetto alle grezze più grezze e alle battute più islamofobe
Bezzi: drug obtainer&dealer
Cappelli: agente infiltrato del "sismi turco" per le sue sembianze anatoliche
Il sottoscritto: addetto alla guida lonely planet che tenta di portare la vacanza su una falsariga culturale ma miseramente fallisce
Vitale: il termolese con le valige di cartone, resosi autore di fatti incresciosi
Insomma: una bella combricola di italiani all'estero.
Giorno dopo giorno le serate si fanno sempre più lunghe tra un espresso da 4 euro in una gelateria italiana su Istiklal Kaddesi (enormi prese alla tardonazza che gestiva il tutto e alle commesse), una cena a base di carne (per 5) e di insalatine (per uno), di birre di infima qualità, di panini al pesce alle 4 di notte, di taxi presi in 7 (6+guidatore...se riesco uploado il filmato), e di risse sfiorate in localini poco raccomandabili.
Party Boy ha rischiato grosso con un buttafuori. Tutti abbiamo rischiato grosso nell'atto di comprare droga nel quartiere dei travoni. Tutti abbiamo rischiato ancora più grosso nel orinare di fronte a Santa Sofia a notte fonda con le volanti che facevano la ronda (e che immancabilmente ci hanno come inseguito)
Vitale ha rischiato di pagare due asciugamani (leit-motiv della vacanza) dopo aver mirabilmente "sbruffato" dopo una serata di accesi bagordi. Il suono dei suoi effluvi ancora risuona nella stanza del "Sultan's Inn". Il suono delle sue imprecazioni verso il sangue di cristo nelle mie orecchie.
I turchi si sono dimostrati oltremodo cordiali, ma anche oltremodo capaci di farsi i cazzacci loro (ivi compresi quelli che cercavano di a) chiederti da dove venivi b) fumare una paglia con te c) invitarti a bere qc d) invitarti nel loro night e) offrirti droga e) lasciarti perdere quando dimostravi che eri senza soldi
I lustrascarpe sono una piaga. Sono ovunque e pure furbetti. Io e Cappeli abbiamo fatto i signori tentando di riportare una spazzola ad un ragazzino (poveretto...) che l'aveva perduta. Stupidi. Era un trucco per "costringerci" a subire la lustrata seguita da compenso. Ci è ricapitata un'altra volta una situazione simile e siamo stati lì lì per buttare a mare la spazzola.
Viva i taxisti dicevo prima, che per 10 lire (meno di 5 euri) ti portano dovunque a qualsiasi ora della notte e soprattutto in 6 su di un'unico taxi. E onore anche alla polizia turca: è DAPPERTUTTO, ma non scassa mai (o quasi le balle). Nemmeno se sali in 6 (ubriachi) sul taxi e ti fermi a chiedergli informazioni.
Tutto è estermamente sconnesso ad Istanbul, proprio come la mia prosa serale.
Effettivamente non mi va più di scrivere, credo riprenderò domani...o quando ne avrò voglia
M.